Nel quadro del cinquantesimo anniversario della Rivoluzione dei garofani in Portogallo, un'indagine condotta dall'Istituto di Scienze Sociali dell'Università di Lisbona e l'Istituto universitario di Lisbona, sotto il coordinamento del ricercatore Pedro Magalhães, ha rivelato interessanti percezioni dei portoghesi riguardo al loro passato dittatoriale e all'attuale stato della democrazia.
I risultati, presentati alla Fondazione Gulbenkian di Lisbona, mostrano una società con visioni diverse sulla dittatura che governò il Portogallo dal 1926 al 1974. Sebbene il 50% degli intervistati consideri questo periodo prevalentemente negativo, sorprendentemente il 20% ritiene che abbia avuto più aspetti positivi che negativi, mentre il 26% ritiene che ci siano stati tanti elementi positivi quanto negativi..
Filipa Raimundo, una delle autrici dello studio, sottolinea che queste opinioni non sono insolite nel contesto europeo, dove una minoranza simile tende ad avere una visione positiva dei regimi autoritari.
Tuttavia, ciò che risalta in Portogallo è maggiore tolleranza verso forme di governo non democratiche rispetto ad altri paesi europei, come spiega Filipa Madeira, un'altra delle ricercatrici coinvolte.
Il sondaggio rivela anche una spaccatura nelle preferenze di leadership politica, con il 34% dei cittadini che esprime una preferenza per un leader forte che non sia soggetto al controllo parlamentare o alle elezioni, opinione respinta solo dal 43% degli intervistati.
Inoltre, Il 45% degli intervistati ritiene che le decisioni più importanti nel Paese dovrebbero essere prese da specialisti anziché da politici, posizione smentita solo dal 23% dei partecipanti.
D'altro canto, nonostante le complessità e le critiche, il 57% degli intervistati si dichiara soddisfatto della democrazia in Portogallo, anche se il 31% si dichiara leggermente soddisfatto e il 10% per niente soddisfatto.
La Rivoluzione dei garofani rimane la pietra miliare più significativa nella storia portoghese per il 65% degli intervistati, una percentuale in aumento rispetto ai sondaggi precedenti. Cresce però anche la percezione che i responsabili della dittatura avrebbero dovuto essere perseguiti, passando dal 51% del 2004 al 59% dell'attuale indagine.
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