Màxim Huerta ha frodato il Tesoro e presenta le sue dimissioni

Aggiornamento 18:30

Il ministro della Cultura ha appena presentato le sue dimissioni davanti al presidente del governo a La Moncloa.

Aggiornamento 14:38:

Vengono svelate indiscrezioni secondo le quali l'attuale ministro avrebbe imputato spese personali per diverse centinaia di migliaia di euro (trasformandole quindi in franchigie) alla società da lui creata per dichiarare attraverso di essa i propri redditi.

Pubblicato il 13/06/2018 alle 11:30

La vecchia strategia di utilizzare una società intermediaria per pagare meno tasse, di cui, ad esempio, era già accusato Juan Carlos Monedero, ha già provocato la prima denuncia nel nuovo governo di Pedro Sánchez.

Si tratta del ministro della Cultura, Màxim Huerta, che era già stato oggetto di critiche per essersi dichiarato pubblicamente ignorante in materia sportiva, quando questa costituisce uno dei principali ambiti di sua responsabilità.

Ora, Huerta riconosce che tra il 2006 e il 2008 ha pagato le tasse per le sue attività professionali attraverso la società “ALMAXIMO Profesionales de la Imagen S.L.”, e quindi attraverso l’imposta sulle società e non l’imposta sul reddito. Di conseguenza, avrebbe beneficiato di aliquote fiscali più basse, evitando così il pagamento di circa duecentomila euro all'erario pubblico per tre anni consecutivi.

La fine dell'iter ispettivo su tali irregolarità è arrivata con una sentenza, del 2017, in cui l'attuale ministro è stato condannato a pagare oltre 250.000mila euro per le somme allora non pagate, oltre alla relativa sanzione.

Huerta ha dichiarato che non intende dimettersi, che non vi è stata malafede, che “tutti i giornalisti” hanno fatto lo stesso in quel momento, rispondendo ai consigli che i consulenti fiscali hanno dato al riguardo, e che si tratta in ogni caso di una questione precedente alla sua nomina, che è stata interamente pagata e retribuita.

José Salver