Il primo vicepresidente e ministro degli Affari economici e della trasformazione digitale, Nadia Calviño, ha risposto questo venerdì alle critiche dell'associazione dei datori di lavoro CEOE, sottolineando che ciò che è “normale e consueto” è che l'aumento dei contributi massimi sia “allineato” all'aumento delle pensioni massime.
“La cosa normale e abituale è che l’aumento dei massimi delle pensioni sia allineato all’aumento dei massimi dei contributi per garantire l’equilibrio dell’intero sistema”, ha sottolineato il responsabile economico del governo in una conferenza stampa, dopo che l'associazione dei datori di lavoro ha definito “inammissibile e impresentabile” la decisione "unilaterale" del governo di aumentare le basi contributive massime dell'8,6% nel 2023.
Anche il ministro dell’Inclusione, della Previdenza Sociale e della Migrazione, José Luis Escrivá, si è espresso sulla questione e ha ammesso di sentirsi “sorpreso” dalla dichiarazione del CEOE, dato che “non è una novità”.
IL CEOE LO VEDE “INAMMISSIBILE E IMPRESENTABILE”
E dopo la presentazione ieri del Progetto di Bilancio Generale dello Stato (PGE) al Congresso dei Deputati, la Confederazione spagnola delle organizzazioni imprenditoriali (CEOE) ha rilasciato questo venerdì un comunicato definendo “inammissibile e impresentabile” la decisione del Governo di aumentare il contributo massimo. basi dell’8,6% nel 2023.
L'associazione dei datori di lavoro ha denunciato che questa decisione è stata adottata “unilateralmente e dietro il dialogo sociale”, dove si sta attualmente negoziando la seconda tappa della riforma delle pensioni., in cui proprio una delle questioni da discutere è la pensione massima e la base contributiva massima.
L'associazione dei datori di lavoro avverte che aumentare i contributi sociali e imporre un onere "ancor maggiore" alle imprese è un "errore grave", poiché ritiene che ciò avrà "effetti dannosi sull'occupazione". Si calcola infatti che, sommando a questa misura il sovrapprezzo previsto dal Meccanismo di Equità Intergenerazionale (MEI), i costi associati al fattore lavoro aumenteranno di oltre il 9% “in un contesto di deterioramento economico e di incertezza generalizzata”.
Infatti, il presidente dell'Associazione dei lavoratori autonomi (Ata), Lorenzo Amor, ha sottolineato che l'aumento delle basi massime rappresenta per le aziende un aumento per ogni lavoratore di 1.600 euro all'anno. Nel caso dei lavoratori l'aumento è superiore a 350 euro.
“È la notizia peggiore e una decisione presa unilateralmente dal Governo che costituisce un danno terribile al dialogo sociale, che lo svaluta e che avrà senza dubbio conseguenze molto gravi sulle imprese che creano occupazione”, ha avvertito Amor.
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