Questo martedì il PP porta al Congresso a iniziativa in cui sollecita il Governo a difendere il diritto degli spagnoli a studiare in spagnolo in tutto il Paese nonché nelle lingue ufficiali delle rispettive comunità, e per “applicare” la Costituzione e le sentenze della Corte Costituzionale.
Ciò si riflette nel Proposta di legge non “popolare” registrata alla Camera subito dopo aver conosciuto l'accordo raggiunto dal PSOE e Unidas Podemos con Esquerra Republicana (ERC) per eliminare nella nuova Legge sull'Istruzione il riferimento allo spagnolo come lingua veicolare in tutta la Spagna.
Iniziativa che sarà sottoposta al dibattito e al voto della Commissione Costituzionale dopo il manifestazioni contro la "legge Celaá" e dopo aver conosciuto la sentenza del TCorte Superiore di Giustizia della Catalogna (TSJC) che richiede il 25% delle lezioni in spagnolo in tutte le scuole della Catalogna per il suo utilizzo “residuo”.
Nel suo testo il PP mette in discussione la tesi del PSOE di sopprimere la menzione esplicita dello spagnolo come lingua veicolare. Mentre i socialisti ricordano che questa espressione non figura nella Costituzione, quelli di Pablo Casado insistono sul fatto che la sua soppressione non solo mette in discussione la dottrina stabilita dalla Corte Costituzionale in numerose sentenze, ma, soprattutto, “nega il diritto degli spagnoli ad essere educati nella loro lingua in tutti i territori della Spagna”.
Il PP si rammarica che alcuni partiti approfittino della pluralità dello Stato delle Autonomie “attaccare” i diritti fondamentali come questo e per questo presento questa proposta in difesa del diritto degli spagnoli a studiare in spagnolo su tutto il territorio nazionale.
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