Approfittiamo del fatto che questi giorni della Settimana Santa sono solitamente, insieme al mese di agosto, secondo i rilevamenti i più “secchi” dell'anno, per salvare un'entrata di Politikaos su la grafica più famosa al mondo. A volte è conveniente allontanare un po’ lo sguardo per vedere la realtà con più prospettiva:
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“Il proliferare di notizie su catastrofi, guerre, carestie e miserie lascia nella mente del cittadino medio un panorama scoraggiante: la sensazione che il mondo sia cattivo e stia peggiorando.
Contro questo argomento ormai consolidato, cospirano dati reali. Per anni, soprattutto negli anni ’90 e 2000, alcuni (pochi) divulgatori a livello mondiale hanno tentato, senza successo, di trasmettere alla società l’idea che, pur persistendo numerosi problemi e difficoltà, il pianeta sta migliorando.
Ovunque, ma soprattutto in Occidente, che vive nella sua piccola e permanente bolla di crisi, questo messaggio non è mai penetrato. Tuttavia, negli ultimi anni, un grafico (o meglio un insieme di grafici) è diventato virale e ha guadagnato una certa visibilità. Tanto che probabilmente è conosciuto da più dell'1% della popolazione dei Paesi occidentali. La cifra può sembrare ridicolmente piccola, ma quasi sicuramente ce la fa grafico dei dati (non pubblicitario) più popolare al mondo.
È una buona idea dedicare cinque minuti ai tuoi dati, anche solo per annullare gli argomenti (aprili con il pulsante destro per ingrandire).
Come spiegare, allora, che a molti di noi sembra che il mondo non sta migliorando?
Forse quest’altra serie di grafici ci aiuterà a capirlo:
I grafici ci mostrano l'evoluzione del reddito pro capite in tre momenti diversi negli ultimi due secoli. La chiave per interpretare i dati è la “gobba” che appare sul grafico 1975. A quel tempo si poteva vedere chiaramente il “gap” che si era aperto per separare l’Asia e l’Africa dal resto del mondo. Da allora fino ad oggi, l’Europa è stata piena di problemi e disuguaglianze, e l’aumento complessivo del suo reddito è molto modesto. Ma il resto del mondo non ha seguito l’esempio. Oggi, che ci si creda o no dal nostro piccolo angolo eurocentrico, il divario si sta riducendo, tanto che è già quasi impercettibile rispetto all’Asia, e si sta rapidamente riducendo rispetto all’Africa, si spera tra qualche decennio. Ci stanno raggiungendo: il mondo si sta livellando.
I rischi che incombono sull’umanità sono altri, e fondamentalmente tre: la disuguaglianza dei redditi entro Di ogni paese; una probabile crisi ecologica globale e, strettamente correlata a questa, la mancanza di potere globale che limita anche il rischio dell’emergere di regimi totalitari locali che minacciano la propria popolazione e il resto del mondo”.
@josesalver
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