L’ex vicepresidente del governo Rodrigo Rato ha sottolineato giovedì che la Spagna è stata “meno efficiente” rispetto al resto dei paesi dell’Unione europea nella gestione dei fondi europei perché la burocrazia nazionale “non risponde”. Ecco perché, Rato dubita che ora possano essere giustiziati in modo diverso: “Stiamo seguendo la stessa strada”.
Quello che era anche ministro dell'Economia lo ha sottolineato in un'intervista a Negocios TV, raccolta da Europa Press Questo quadro burocratico non riesce inoltre a far sì che gli investitori vedano la Spagna come un paese “attraente”. per sviluppare le proprie attività imprenditoriali.
Rato ha assicurato che “si vedono difficoltà” nell'assorbimento dei fondi provenienti da Bruxelles e ha indicato che non è “facile” investire in Spagna a causa dei “lunghi tempi” della burocrazia e, anche, per le questioni legali incertezza.
In questo senso ha chiesto di "discutere questi temi" e di farlo subito perché sarebbe un "errore reputazionale ed economico" se la Spagna non fosse "capace" di gestire i fondi. “Ha senso tanta burocrazia?” si è chiesto l’ex vicepresidente.
Considerati gli “unici” fondi pubblici che la Spagna riceverà e senza i quali, secondo le sue parole, non avrebbe la capacità di realizzare grandi progetti, Rato ha spiegato che è necessario stabilire norme di comportamento, piani di liberalizzazione degli investimenti e realizzare i loro obiettivi attraenti perché “purtroppo” non si vede.
Nel quadro europeo, ha anche sottolineato che dobbiamo affrontare una politica energetica “credibile” perché, a suo avviso, È “impossibile” sostituire nel breve termine le fonti energetiche come il carbone, petrolio, gas e nucleare per le energie rinnovabili, come proposto dal Parlamento europeo.
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