Lo ha stabilito martedì la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (TUE). Gli Stati membri non possono negare automaticamente le prestazioni sociali a un lavoratore proveniente da un altro paese dell’UE che ha perso il lavoro o i suoi discendenti con permesso di soggiorno per la scolarizzazione di questi ultimi
La Giustizia europea ha così risposto all' questione preliminare sollevata da un tribunale tedesco sulla caso di un lavoratore polacco e delle sue due figlie minorenni. Tra il 2015 e il 2016 ha svolto diversi lavori prima di diventare disoccupato. La famiglia ha ricevuto diversi aiuti tra settembre 2016 e giugno 2017: l’indennità di disoccupazione e una serie di aiuti sociali per le figlie. Il cittadino polacco ha ritrovato un impiego nel 2018 e ha chiesto che gli venissero erogate le stesse prestazioni corrispondenti al periodo compreso tra giugno e dicembre 2017.
L'autorità competente tedesca ha respinto tale richiesta e, dopo che il lavoratore polacco ha presentato ricorso alla giustizia tedesca, La questione è stata deferita al tribunale con sede in Lussemburgo interpretare il regolamento sulla libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'UE e la direttiva che include il diritto dei cittadini europei e delle loro famiglie di spostarsi e risiedere in tutto il territorio del blocco.
Primo, Il TUE ha stabilito che la regolamentazione europea è contraria ad un regolamento tedesco “che esclude, in ogni caso e automaticamente, un ex lavoratore migrante e i suoi figli dalle prestazioni sociali di cui beneficiano” grazie a un permesso di soggiorno per la scolarizzazione di questi ultimi. Bisogna ricordarlo In caso di conflitto, le norme europee hanno la priorità.
I giudici europei spiegano che il diritto di soggiorno dei discendenti deriva dallo status di lavoratore del padre e, una volta acquisito, “diventano lavoratori autonomi ed è prorogabile oltre la perdita” dell'occupazione da parte del genitore.
Il TUE lo aggiunge ulteriormente Le persone che hanno ottenuto questo permesso di soggiorno devono inoltre godere del diritto alla parità di trattamento rispetto ai cittadini nazionali in termini di accesso all'assistenza sociale.
Lo ha finalmente stabilito la TUE un lavoratore straniero e i suoi discendenti che sono affiliati al sistema di sicurezza del Paese che li ospita”Hanno anche il diritto alla parità di trattamento." e negare loro l'assistenza sociale concedendola ai cittadini nazionali in una situazione identica violerebbe questo diritto.
Tu opinione
Ci sono alcuni norme commentare Il loro mancato rispetto comporterà l'espulsione immediata e permanente dal sito.
EM non è responsabile delle opinioni dei suoi utenti.
Vuoi sostenerci? Diventa un mecenate e ottieni accesso esclusivo ai pannelli.