Tutta la Catalogna (e gran parte della Spagna) aspettava con ansia il momento in cui si sarebbe riunito il Consiglio Comunale di Barcellona, guidato dal suo sindaco Ada Colau, per pronunciarsi sulla sua posizione ufficiale riguardo al referendum che la Generalitat ha indetto per il prossimo 1° ottobre.
Mentre Colau è sempre stato disposto a sostenere la consultazione, nelle ultime ore da chi le stava intorno era stato assicurato che la sindaca non avrebbe messo a rischio i pubblici ufficiali, dopo la controversa approvazione della Legge di Transizione da parte del Parlamento e del Consiglio chiamare della CUP di disobbedire alle autorità spagnole da parte delle istituzioni catalane per garantire il diritto di decidere.
In una dichiarazione resa pubblica oggi in formato lettera, Colau risponde alla Generalitat Nonostante la sua piena disponibilità a facilitare gli strumenti di partecipazione dei cittadini, Non possiamo rinunciare agli spazi pubblici effettuare le votazioni dopo la sentenza contro i tribunali spagnoli, il che potrebbe significare esporre i funzionari del municipio alla commissione di vari crimini.
Dall'ambiente indipendentista si stanno preparando azioni di protesta presso la sede del consiglio comunale di Barcellona, e su Twitter circolano diversi video che denunciano come Colau abbia sostenuto in passato la richiesta di un referendum (anche se chi lo circonda sottolinea che questo il sostegno non è nei termini in cui è stato prodotto dal Parlamento).
@Ada Colau ens ha enganyat. Dirà che si confronterà con lo Stato. Qual è il potere? Non è così. #Colau #referendum #ColauEsUnFrau pic.twitter.com/FwdDaPAN4H
— Itint (@isaactint) 8 settembre 2017
.@Ada Colau: Pensi che uno che inganna in questo modo e si unisce al PP per negare il voto ai catalani meriti fiducia? pic.twitter.com/8Ekgstyacv
—Indip. in spagnolo (@IndEnCastellano) 8 settembre 2017
Sindaco Colau, aprano i centri civici per il referendum del 1° ottobre! - Firma la petizione! https://t.co/v2MAmJyn48 via @change_es
— 🔜Repubblica Catalana (@leinadretsuf) 8 settembre 2017
D'altro canto, la fermezza di Colau contro Puigdemont e il CUP è stata applaudita dall'ambiente sindacalista, nonostante la potenziale effetto negativo sull’elettorato catalano che questa decisione potrebbe avere (ricordiamo che Colau sta finalizzando il suo salto come candidata alla Presidenza della Generalitat).
La domanda che si pongono ora le reti è se Ada Colau abbia fatto un passo indietro sotto la pressione della minaccia di 8 anni di squalifica che incombe sui leader che facilitano il voto, così come le conseguenze che questa decisione avrà sulla sua immagine sia all’interno che all’esterno della Catalogna.
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